Se partissi me ne andrei
di Roberto Albini
Se partissi me ne andrei. Prenderei la Tiburtina direzione Raccordo, e poi uscirei alla seconda a destra, direzione Firenze. Sempre dritto fino al casello, afferrerei il tagliando e poi mi fermerei dopo cinquecento metri per farci un filtro. Perché se parto mica torno.
Che quando parti insieme alle valigie ti porti dietro la voglia di atterrare su un altro pianeta col corpo o meglio ancora con tutto il resto, o perlomeno ti senti diverso, con lo stereo spalmato sui paesaggi e il ricordo della nonna, del pane col pomodoro. Gli amici sono più simpatici o non saranno mai più amici, le ragazze per festeggiare te la danno e allora tu pensi che è sempre così a Madrid, ma pure a Londra. Ti affacci fumando e ti convinci che è questo il posto che meriti.
E che non torni.
Tornare è come morire. E’ il momento in cui ti domandi perché ci siamo organizzati così, con la voglia di vivere temporizzata, come le pentole a pressione. Un giorno sei libero, il giorno seguente devi guadagnarti la libertà. Dentro il treno, mentre pisci, scommetti con te stesso che se centri la tazza torni se schizzi fuori no. Se viaggi e torni, c’è sempre un incidente che ti aspetta: o quello sulla corsia opposta, o il tuo con la realtà.
Se partissi me ne andrei e non saluterei nessuno, che di tutti quelli che se ne sono andati nessuno mi ha mai salutato. Sono un posto dove in molti non vogliono tornare. Sono saliti su treni che li hanno portati su gli altri pianeti di questo pianeta, colmi di distanze che non si calcolano in chilometri.
Il bigliettaio mi guarda e non capisce.
Continua a ripetermi che per Fiumicino, andata e ritorno, costa cinque euro e cinquanta.
Non ci hai capito un cazzo.
Solo andata grazie.
anche a me faceva sempre pane, olio e pomodoro.
ma dev essere che quelle annate lì di pomodori, non le han più fatte, i pomodori. dall ottantatrè, agli inizio novanta.
Soprattutto sono esaurite le nonne.
salvo esaurimento nonne.
è una ròba che dovrebbero trovare il vaccino contro l esaurimento dei nonni.
E’ impossibile. Meno nonni, meno pensioni, meno malati. Si chiama welfare. Io fumo così gli evito il disturbo.
Cavolo… volevo commentare anche io il pomodoro…sono in ritardo, managgia! Magari ripasso al prossimo post ;)
Solo per curiosità, sul serio, di che regione sei?
Avevo la nonna calabrese :)
Cerca di capire è a fini statistici. Qui stiamo facendo la storia: la prima geo mappatura del pane e pomodoro :)
ahahahah mai esimersi davanti alla giusta causa: io sono metà friulana e metà calabrese, di Reggio.
io sono pugliese, e il pane e pomodoro che mi faceva la nonna prevedeva l’aggiunta dei capperi del suo giardino. capperi che peraltro cominciavamp a raccogliere proprio in questo periodo. non sento il loro odore da anni, eppure le mie narici lo ricordano a memoria …
adp, toscana (maremma maiala o crète senési a scelta): presente.
Attendo qualche commento del nord per indire la conferenza stampa nella quale presento i dati ufficiali :)
Beh?
Beh ci devi dire se da ragazzina nonna ti faceva pane e pomodoro. Mi vuoi rovinare la statistica?
Pane burro e zucchero va bene uguale?
Hum…
Quando esci al casello di Firenze, potresti per favore girare a sinistra e passare a prendermi? Mi riconoscerai, sono quella con le Rizla in mano.
a me conosci già, senza rizla in mano. t’aspetto.
Arrivo! 😜
(ah, dimenticavo rob: siamo in quattro, non t’offendi vero?)
(Dipende: quattro maschi o quattro femmine?)
due e due. ma due sono sotto il metro, ricordati. ;)
E io che credevo volessi farmi una sorpresa :)
Cioè tu porti le cartine e io il resto? Comincia male sto viaggio :)
La mistura sono io… ma devo sempre spiegarti tutto?! ;-)
Hai poteri allucinanti tipo le rane dell’Amazzonia? Devo ammettere che per tentare mi tenti… (apprezza il fatto che per delicatezza non ho spiegato come si usano le rane amazzoniche…)
Tu, allora, farai il ranocchio. Ed io, baciandoti ti trasformerò in un bellissimo principe…
Non puoi trasformarmi in un così e così petroliere? No chiedo…. E comunque scusa ma allora preferisco trattarti io da rana amazzonica. Scommetto che conviene pure a te :)
perché tu vai verso nord. punta a sud, che la voglia di tornare diventa essenziale.
Devo scegliere se mi mancherebbe più la ndrangheta o la nebbia mista all’antica ospitalità nordica.
La voglia di vivere temporizzata è figlia della pace. Qualche secolo fa la voglia di vivere era costante e la morte era un fatto con cui fare i conti quotidianamente. Si moriva di malattia, di guerra, di ingiustizia puntuale. Si moriva e basta. E allora la voglia di vivere, quando la morte ti accompagna ogni istante e ti tiene per mano, non è temporizzata, si estrinseca secondo per secondo tutti i giorni. Bada bene, non sto facendo il giochino del “si stava meglio quando si stava peggio”. Dico solo che alla fine la piramide di Maslow ci incula sempre. Perché il nostro bisogno primario oggi non è più quello di arrivare al giorno dopo senza crepare e possibilmente nutrendosi, ma è diventato quello di nutrire la nostra spiritualità, traendone beneficio intellettuale. E quand’è così sono cazzi amari.
Ma guarda con me sfondi una porta aperta. Io pure sono costantemente assalito del dubbio che è vero che “si stava meglio quando si stava peggio”. Naturalmente non quel peggio lì… E per il resto dell’analisi la trovo ineccepibile. La natura finché si tratta di fornirti artigli o squame se la cava benissimo. Meno quando si tratta di darti uno scopo che esuli la sopravvivenza della specie…
“Dentro il treno, mentre pisci, scommetti con te stesso che se centri la tazza torni se schizzi fuori no”
il pendolino? Lo facevo anche io, in treno poi è più difficile causa scambi e sballottamenti.
Quindi puoi capire perfettamente la difficoltà della scommessa :)
Hai già considerato l’ipotesi cargo battente bandiera liberiana? O fa troppo Carlo Verdone?
Ma non è che poi una volta sul cargo mi succede quello che è successo a Manuel Fantoni? No perché avrei una certa paura in quel caso…
Ma no…tanto, sempre per citare, “nun è vero gnenteeee, t’ho raccontato un sacco de fregnacce!”
Giusto. E allora vado. Addio.
Ma che scommessa è? Non ce la potete fare normalmente, a centrare la tazza, figuriamoci sul treno!
Facile parlare quando la natura ti ha fornito di un apparato espellente a prova di binario…
Non se stai in equilibrio sui quadricipiti con la borsa appesa al collo e attenta che le mutande non tocchino da nessuna parte.
Voi donne riuscite a creare un dramma pure da una semplice pisciata.
Tsk, tutta invidia creativa.
una fresella al pomodoro e un biglietto di sola andata … l’apoteOsi !! A volte basta così poco per sentirsi liberi ..
Dalle vostre apoteosi mi sembra di poter trarre un primo dato da questo sondaggio. O nessuno del nord mi legge, o le nonne dei padani ai nipoti per merenda davano fette di compensato…
Ma anche quando arrivi, tu non saluti mai nessuno.
Perché quando arrivo se ne vanno.
Non si torna mai da un viaggio, anche se ti riporti indietro non sei più lo stesso di prima. Mi piace come scrivi.
E a me piace come commenti. Hai detto una cosa vera, mica facile di questi tempi.
Ai fini della scienza della comunicazione.
Di tutto il tuo comunicato, nonostante fosse improntato a considerazioni ben più basilari (mica da poco: esistenziali!), a colpire (e che mi ha colpito di conseguenza) è stato il dettaglio del pane e pomodoro.
Urca-Urca!
PS: ti mancava il commento dal Nord? Ora ce l’hai (sogghigno & sghignazzo)
Sei distratto. Una “nordica” ha risposto con burro e zucchero. E tu hai omesso. Adesso ho paura di sapere cosa mangiavi fa piccolo a merenda…
Burro e marmellata.
Le friselle erano sconosciute, di meridionali c’erano solo i questurini che dicevano: Doccummenta!
Fantastiche queste storie sul serio. Un post è riuscito a rivelare che l’Italia è spaccata in due: burro e marmellata contro pane e pomodoro e varianti. Se lo sente qualcuno ci fa un movimento ne sono sicuro.
C’è sempre il pirla (traduzione internazionale: testa di cazzo) che inventa una bandiera e un movimento.
Che dio ce ne scampi e liberi….
Dimenticavo: i questurini meridionali, a distanza di anni dal 25 aprile, ancora erano fascisti.
Vabbé chi è senza peccato…
Occhei, occhei!