Gli asparagi selvatici non attraversano la strada (Atto IV – Con una campana di bronzo al posto del cuore)
di Roberto Albini
Fabio si accende una sigaretta. Noi lo osserviamo stando dall’altra parte della strada. E’ una silhouette nera stagliata contro un muro di fiamme. Non sembra spaventato, ha smesso di agitarsi e adesso si guarda intorno come se non si ricordasse più perché ha deciso di fermarsi. A parte lo schioppettio degli arbusti incendiati, non si sentono rumori. Poi qualcosa attrae la sua attenzione, qualcosa che sta in macchina e che vediamo brillare illuminata dal fuoco. E’ un piccolo oggetto, o almeno così sembra, attaccato allo specchietto retrovisore. Fabio l’osserva incantato attraverso il finestrino mentre finisce di fumare, ruota la testa di lato per guardarlo meglio. Il bagliore di quella cosa lo affascina. Allora butta la sigaretta e rientra, e noi con lui, sedendoci nei sedili posteriori e facendo attenzione a fare il meno rumore possibile per non disturbare il normale svolgersi della scena.
Adesso lo vediamo bene ciò che attira Fabio: è una riproduzione della testa di Jeeg-Robot, in metallo, che penzola come un impiccato aggrappato allo specchio. Fabio lo accarezza con affetto, è quasi commosso. “Ciao Hiroschi”, dice Fabio rivolto al ciondolo. “E’ tanto che non parliamo io e te. Bè credo sia normale. Tu impegnato tutti i giorni nel salvare la Terra, e io… Io non lo so. Non so bene cosa mi trascina via durante le giornate, non saprei descrivertelo in concreto come scorrono via i miei anni. Vivere a volte assomiglia semplicemente a un’abitudine, come fumare, e uno non è che si ricorda di tutte le sigarette che si è fumato, come se l’è fumate e dove ha gettato la cicca. Viene spontaneo, no? Ecco, anche a me vivere viene spontaneo. D’altronde mica devo fare niente di particolare, basta che mi sveglio la mattina e viene da sé, come accendersi una sigaretta. Solo che quella brucia in silenzio e senza lamentarsi si consuma lentamente fino a scomparire, noi no. Nessuno seppellisce le sigarette, nessuno le piange quando muoiono e nessuno si interroga sul significato dell’esistenza per una sigaretta”. Fabio tossisce. “Insomma, voglio dire, per te è diverso. Quando ti alzi al mattino sai già che ci sarà sicuramente qualche mostro galattico ad aspettarti, che proverà a farti fuori per impossessarsi del mondo, e tu sai già che a lui in fondo del mondo non gliene frega niente, tanto è vero che li sconfiggi sempre. Tu credi che se alla Regina Himica importasse veramente invaderci non saprebbe farlo? Dai Hiroschi, non fare lo scemo: tu sei uno solo, loro sono centinaia. Un intero esercito di creature gigantesche che invece di attaccare tutte nello stesso momento, si organizzano in turni come operai della Fiat. Ma tu hai mai visto una guerra in cui uno Stato manda un soldato alla volta al fronte? Ma sì. Lo sai pure tu. Non scherziamo. La verità è che alla Regina non le importa nulla della Terra e nemmeno a te. A nessuno importa sul serio del Mondo, altrimenti le cose andrebbero in un’altra maniera”. Fabio a questo punto mette in moto.
La strada è buia, piena di buche e curve. Ai lati scorre una campagna brulla, senza animali ad abitarla, pare che pure lei stia lì alla stessa maniera delle case finte dei film western, per creare ambiente diciamo. Non c’è più nulla di naturale ad abitare gli spazi che abbiamo colonizzato. Fabio conduce guardando la testa di Jeeg.
“Quello che volevo chiederti è come fai a non annoiarti. Sì, dai mi hai capito. Tutti i giorni la stessa storia: i mostri che ti aspettano facendo finta di volerti ammazzare, tu che fingi di sacrificarti per l’umanità anche se l’umanità non te l’ha chiesto. Sei come un vecchio idealista che ha passato la propria esistenza a battersi per il popolo, fino a quando si è reso conto che il popolo non vuole essere salvato. No. Il popolo sta bene così, sotto continuo attacco dei mostri, perché i mostri lo tengono sveglio. La paura lo tiene in vita, è così da sempre, e se gliela togli che gli rimane? Di cosa si parlerebbe nei bar, di cosa si discuterebbe in televisione, cosa scriverebbero i poeti, a cosa servirebbero i parlamenti? E poi te l’ho detto, i mostri non vogliono veramente sterminarci, altrimenti nemmeno loro saprebbero più che fare. Io me li immagino, quei poveracci, una volta che finalmente hanno conquistato la Terra. Il primo giorno di baldoria, i bridisi, le pacche sulle spalle, i complimenti, e poi già dal secondo tutti a domandarsi perché cazzo volevano a tutti i costi questo pianeta. Ecco, Hiroschi, era solo per dirti che puoi riposare anche tu, che tanto nessuno ha bisogno di te, come degli idealisti, che a noi i mostri in fondo in fondo non ci dispiacciono, formano parte del paesaggio, come questa campagna, e che ci sentiremo vuoti senza di loro”.
La testa di Jeeg ciondola scossa dalle curve, e a noi pare quasi voglia dissentire. Fabio gli sorride bonario, non vuole mica offenderlo. Con una mano tiene il volante, con l’altra cerca una sigaretta nel cruscotto, abbassa lo sguardo un attimo e proprio in quel momento uno schianto scuote tutta l’auto che frena all’improvviso sbandando come se qualcuno avesse tirato l’ancora. Fabio rimane immobile con le braccia tese avvinghiate allo sterzo, ha il fiatone, non capisce, non capiamo, e tutto resta congelato in attesa della prossima puntata.
Come nei cartoni animati di Jeeg-Robot.
ecco cosa accade a far arrabbiare gli eroi.
loro sanno solo pensare a salvare la terra, non si annoiano perché non hanno tempo, no come noi, che ci perdiamo a riflettere sul nostro vivere invece di agire.
Agire senza un piano non basta. Si crea solo più confusione, e sicuramente si finisce sconfitti. Le battaglie si vincono con la strategia non con la rabbia. Hai votato grillo vero? :)
e chi parlava di agire senza un piano.
io mi riferivo all’eroe che ha sicuramente un obbiettivo preciso, salvare il mondo e non si perde nel pensare a sottili intimità. lui non ha tempo da perdere. e neanche la rabbia, l’eroe ha la determinazione.
no, mai. sono troppo vecchia e bigotta :)
I vecchi bigotti salveranno il mondo! :)
se non in questa vita, dall’altra di sicuro :)
però si ha bisogno di nuove leve
anche io voglio come amico la testa di un robot. puro raziocinio, e niente menate emozionali. sai dove li vendono?
Io ne ho un’intera collezione. Più di 100 pezzi. Te ne metto una nella cesta.
devo aspettare fino a natale? tra oggi e dicembre ci sarà di mezzo il mio compleanno, posso contarci?
Dipende. In quale mese cade il tuo compleanno? E soprattutto: poi si rialza?
dice il saggio:
è più impoltante non cadele mai o sapelzi lialzale?
La prima. Una volta che ti sei frantumato un ginocchio pure se ti rialzi al ginocchio non gliene frega niente.
il ginocchio ama la drammaturgia. due punti e si rimette subito a posto.
Filosofo, il Fabio…
Jeeg robot d’acciaio era il mio cartone animato preferito, con mio fratello cantavamo la sigla a due voci, parte strumentale compresa (anche se il nostro cavallo di battaglia era Ryu il ragazzo delle caverne…)
Sono io! Non mi riconosci? Sono Ryu il ragazzo delle caverne che aveva la ragazza con la messa in piega! Certo sono un po’ invecchiato però…
Avevo avuto il sospetto: ho sempre pensato che avessi un po’ l’anima di ragazzo delle caverne! Messa in piega? vogliamo parlare di com’era la tua pettinatura?
“Un mondo ostile, che a tutti quanti paura fa…” ah, che lirismo…l’hai scritta tu?
No, il tirannosauro. Era un romanticone….
Ah ah ah, senti maaaa, visto che frequentavi l’ambiente…lo conosci Jeeg? Sono sempre stata sua fan…
Mha, giusto buon giorno/buona sera quando ci incontravamo durante la pubblicità…
uhm, ok… e tu che fai adesso? E’ un po’ che non ti si vede sullo schermo, a parte qualche pubblicità di biscotti. Non mi finirai mica sull’isola, vero?
Eh… adesso… cerco lavoro. Mi hanno cacciato e al posto mio hanno assunto un Power Ranger di nemmeno vent’anni. Dicono che sono fuori mercato. Parlano delle persone come fossero patate e allora sono tornato nella preistoria che almeno lì qualche pterodattilo ogni tanto riesco a mangiarlo…
Slurp! Potresti scrivere un libro di ricette preistoriche. Magari ti danno un programma tv tipo Clerici o Parodi :D
Piuttosto la morte… :)
Evvai: sapevo d’averci l’occhio da fan!
Al prossimo turno ;)
ah, ma oggi infierisci veramente… che bel post. le metafore sociali ti riescono drammaticamente bene. drammaticamente, boia.
(ah, prenoto anch’io una testa di jeeg, insieme a solounoscoglio)
In verità le metafore sociali fanno tutto da sole, sono drammatiche per natura diciamo :)
A dir la verità io a Fabio non saprei che dire; più leggevo e più mi pareva che avesse pure ragione. Il punto è che ha fatto sto discorso a quello sbagliato, perchè Jeeg non va messo in discussione, mai! Per questo sarei disposta a fare la guerra;per difendere i principi di Jeeg robot d’acciaio, solo per quello, perché son nostalgica, ecco!
A chi lo dici… :) E con chi ne dovrebbe parlare Fabio se non con l’unico che si dà da fare per non farci estinguere?
Io pure mi do da fare per non farci estinguere, tutti i giorni. Comunque è meglio se Fabio ha parlato direttamente con il capo.
Ora mi vuoi far credere che sai sparare i tuoi pugni?
Lui mi ha insegnato a sparare e menar pugni; mi ha detto che anche se non si staccano dai polsi funziona lo stesso, solo che il nemico deve essere un po’ più vicino. E io ho provato e ho visto che funziona.
Ecco lo vedi? A me non ha mai detto niente al riguardo. E solo perché non ho le tette!
…non è un problema mio, ma mi dispiace lo stesso per te. Comunque nemmeno lui c’ha le tette e combatte anche senza.Potevi prendere esempio pur essendo privo di una così importante componente anatomica.
Ma io non posso combattere… Non ho fatto nemmeno il militare…
Se è per questo nemmeno io, che all’epoca aver le tette non era un requisito richiesto. Eppurtuttavia io combatto! E tu non dovresti fare quallo che non combatte solo perché non ha fatto il militare. Il servizio civile è molto meglio del militare ed è una battaglia pure quella, molto, ma molto più utile ed efficace, se è per questo. E se non hai fatto il servizio civile, allora sei un caso disperato, ma non irrecuperabile. Il capo raccatta tutto per la causa!
Io… ecco io… ho lavorato. Posso fare la carta intestata a Jeeg Robot. E’ sempre qualcosa no?
Penso che tu lo possa fare e che sarà cosa utile alla causa, perché quando Jeeg comincerà a fare sul serio ci sarà bisogno di scrivere e divulgare le sue gesta eroiche; la carta intestata poi servirà per diramare informazioni vitali per la causa e per fare volantinaggio e ufficializzare la vittoria… a tempo debito. Sei arruolato!! Noi con la tua carta intestata salveremo il mondo!!
Cioè, che mentre fate la rivoluzione, io continuo a lavorare?
Tu fai la rivoluzione lavorando, come noi, del resto… solo che noi lo sappiamo e tu ancora non lo sapevi. Adesso lo sai.
Hum… Una cosa alla giapponese insomma. Non è che mi hai convinto molto sai? Posso fare la rivoluzione alla vecchia maniera, con i fucili e le molotov?
NO, non puoi, perché le molotov non sono per niente efficaci ed i fucili son macchnosi! Per forza è una cosa alla giapponese; Jeeg robot d’acciaio E’ giapponese.
A volte penso di avere lo stesso numero di neuroni di un asparago…
allora sei fortunato! Seconod me gli asparagi hanno moltissimi neuroni e lo dimostra il fatto che pur abitando sulle rampe ombrose non attraversano mai la strada.
La tua saggezza è imbarazzante.
racconto assolutamente speciale, associare jeeg agli ideali (che non sto a specificare) è geniale! (e io non sono facile ne alle lusinghe, ne alla piaggeria, ma questo dovrebbe esserti chiaro ormai)
sminchiare tutto il sacrificio, la lotta e er mazzo che se fa jeeg per salvare la terra no, te lo boccio, un po’ di utopia “alla jeeg” non fa mai male!