Il bagno degli altri
di Roberto Albini
Mi ha fatto sempre sorridere questa usanza che hanno gli ospiti di mostrarti casa la prima volta che ti invitano. Nella maggior parte dei casi abitano in appartamenti ridicoli con due stanzette, dove a malapena si respira, che loro ti indicano con l’orgoglio patetico che hanno tutti i poveri quando esibiscono le loro pochezze. Si sbracciano nell’indicarti i mobili fatti di cartone pressato, disegnati per arredare la cameretta di un bambino, passano fintamente distratti davanti a suppellettili ridicoli per attirare su di loro l’attenzione e descriverli nei loro minimi particolari, dando per scontato il tuo interesse. Alla fine del giretto delle quattro pareti, si giocano il piatto forte, quello che li convinse a firmare per il mutuo trentennale a tasso fisso e vita variabile. Di solito è un balcone, con le immancabili piantine di basilico, o peperoncino, confinanti con uno stendino mezzo arrugginito che occupa la metà dello spazio. La vista consiste una fila di palazzi davanti a una tangenziale che si contende il panorama con la nebbia. L’uomo si spenderà in mille congetture per farti capire in che modo i suoi interventi sulle maioliche della cucina abbiano migliorato la vivibilità nella casa; la donna ti tirerà un braccio per potarti vicino alle tende che ha scelto in un negozio artigianale di un paesino di provincia toscano. Le tende, non si sa perché, sono sempre viola.
Fingo smisurato interesse, e mi dilungo a ribadire quanto bene abbiano fatto a comprare la casa, in questa zona, che secondo me è stato un affare, faccio loro i complimenti, mai esagerati. Basta ripetere quello che hanno detto loro, ma con più enfasi. Siccome sono anni che recito la parte, sono diventato molto bravo, e tutti rimangono molto soddisfatti nel constatare che io sembro più convinto di loro. Lo faccio per dare spazio al mio lato “umano”; gli faccio fare un giretto, come quando si portano i cani a pisciare.
Una volta che gli eghi degli ospiti smettono di sentirsi in pericolo, allora tutti si rilassano. La prova è superata, si può passare ad altro, di solito a qualcosa che ha a che fare col cibo o col bere. Quello è il momento in cui chiedo se posso andare in bagno. Anzi in verità non chiedo nulla, semplicemente dichiaro che vorrei lavarmi le mani, fingendo sintomatico dubbio nello scegliere una delle uniche tre porte presenti in casa. E’ la donna, sempre lei, a indicarmi la rotta, quando si tratta di bagni. Sono sicuro che la maggior parte di loro pensano: “Speriamo che non mi pisci di fuori”. Ma io non lo farò, semplicemente perché non cerco il bagno per usarlo.
Adoro i bagni degli altri perché più di tutto li rappresenta, e puoi conoscere cose incredibili sull’umanità quando li ispezioni. Iniziai da giovane, una volta che a casa di un compagno di scuola trovai dei vasi di fiori nel bidet. Fu come un’illuminazione. Sembrava una famiglia così normale, così comune, ed è meraviglioso scoprire la banalità della follia. Da allora ogni volta controllo il bagno degli altri. La prima cosa che faccio è lavarmi le mani. Mentre lo faccio cerco le macchie di calcare sul rubinetto, conto il numero e classifico l’origine dei peli appicciati alle pareti del lavandino, a volte nascosti a volte non troppo. Che molte persone pisciano nel lavandino, è una di quelle realtà che la società si nasconde, come il fatto che le coppie di lunga data non scopano più. Poi passo ad esaminare gli spazzolini, la loro pulizia e grado di consumazione. Apro il cestino dei rifiuti, dove c’è, e ne verifico il contenuto. Spesso ci trovo delle cose interessanti, tra le quali scatole di creme per le emorroidi, di lubrificanti vaginali, bustine di preservativi aperti, campioncini di prodotti per la ricrescita dei capelli. Mi asciugo le mani con la prima cosa che trovo, di solito un accappatoio, non so per quale motivo ma li preferisco. Vado a controllare gli angoli nascosti: sotto gli armadi, sopra le mensole, tra i barattoli di sapone, e ne verifico la quantità di polvere depositata, la consistenza di quel guano chimico che formano dopo un po’ i fluidi fuoriusciti dai flaconi. Mi affascina conoscere quali zone del bagno i padroni di casa considerino inutili, perché mi fa immaginare quali siano le loro normali abitudini quando entrano in questa stanza. La doccia me la lascio per ultima perché è la parte migliore, quella che di solito mi dà più soddisfazioni. Adoro le docce malandate, con le macchie di umidità intorno ai telefoni, osservare gli strati di calcare che ne otturano i forellini d’uscita, accarezzare le spugne logore e macchiate. In basso c’è sempre un tappetino di plastica, alcuni hanno forme di animali, e quasi tutti sono stampati con motivi orribili che ricordano l’Italia del dopoguerra. Intorno li incornicia una macchia nera di sporco non identificato, sedimentatosi negli anni come fossili modellati dalle ere. Il tempo a mia disposizione a quel punto finisce. Farò altre visite durante la serata, ma solo per fissarmi bene in mente i particolari.
Quando esco gli ospiti mi sorridono. Mi invitano a sedermi a tavola, che è pronto, e io mi dimostro entusiasta dei piatti, domando a proposito degli ingredienti, faccio i complimenti e prometto assunzioni di cuochi personali.
Poi inizio ad ispezionare le posate.
Ma che cattiveria!! Sei davvero tremendo.
La bontà va conquistata!
Ma neanche in un miliardo di anni se sei così malvagio! Il cestino dei rifiuti poi!!
Ogni buon investigatore inizia da lì. Ricordatelo semmai mi inviterai a casa.
Neanche ci penso!! Ti sei fregato ogni possibile invito :P
Se sei furba usi la casa di un’amica…
Così poi se è sporca pensi che io sia una sudiciona! Meglio non rischiare.
E niente sono fatto così. Mi autoelimino
La cosa buffa è che sono una pulitrice seriale, quindi nel mio bagno potresti mangiare anche nella tazza! :P
Allora non hai nulla da temere :) Però ceniamo sul tavolo sei d’accordo?
Mmmmm, non mi fido ancora!
A cenare sul tavolo?… E’ comodo provalo.
A invitarti a cena! Secondo me sei peggio dell’inquisizione spagnola
Se sono riuscito a confondere la realtà col personaggio così bene da impressionarti, allora vuol dire che sono veramente bravo :D
Tu sei un personaggio!! Secondo me non sai neppure più bene chi si rade al mattino davanti allo specchio :P
Nessuno. Porto la barba lunga…
Ne sei sicuro? E il tuo personaggio?
Non so no ci vediamo quasi mai. Tra noi giusto un buongiorno buonasera
Beh, almeno siete educati. Io a volte mi sto talmente sul c… che non mi parlo neanche insieme!
E’ tipico delle donne. Quando litigano è per sempre
E non dimentichiamo!
Ecco questo magari si potrebbe mitigare…
Cosa?
Dicevamo??
Anche te vuoti di memoria? Tranquilla è l’età :D
Grazie, sei carino a farmelo notare.
Mal comune mezzo gaudio? Però tu te li porti meglio :)
Ahahahah! Che ruffiano! XD
A me piace dire gentile :)
Ma certo!! Smuack!
… Anche io asciugo le mani sull’accappatoio… Chissà come mai…
( che paura però un’ispezione così , nemmeno in CSI!)
Sarà per questo che non mi invita più nessuno?
Per l’accappatoio dici? … Può essere…
Ah pensavo perché poi a una certa ora vomito sui tavoli.
Non avevi espresso questo particolare di classe, immaginavo ti limitassi a spaccare bottiglie e bicchieri a terra…
No, no. Figurati. Sono contro la violenza, lo stomaco no
Ma mica ho detto che spacchi bottiglie addosso ai padroni di casa….
Ai loro amici?
Se dici di non essere violento, direi di no… Poi se ti va… Non sei mica a casa mia…
Come ci siamo finiti in questa cosa delle bottiglie dalla quale non so più uscire?
Lo so! Uno dei primi aperitivi/cena/merenda sinoira della stagione, nella via di casa… Uno di noi a fine serata non si sa perché ha tirato la mia bottiglia di genepì sotto il portico dei miei vicini… Mi è rimasto impresso… Sarà per quello…
Iniziamo dal principio. Cosa è il genepì?
Ah, già non conosci le erbe di montagna… È un digestivo fatto con la piantina di genepì ( ma io bevo solo quello che fa mio padre )
Cioè un amaro? O una grappa?
Un liquore…
Questo l’ha bevuto e a un certo punto l’ha tirata? Età?
Avevamo quasi finito la bottiglia, per l’ultimo bicchierino ancora all’interno è tutt’ora mortificato…
( per il genepì sprecato e per il portico dei vicini..)
E, lasciami dire, pure per l’inutilità del gesto. Ma capita! La vita è così! Una serie di cazzate in attesa della cosa giusta
Sei sempre più saggio…
Credo dipenda dalla vecchiaia
Anzianità … Si dice anziano
Il concetto purtroppo non cambia
Lo dici tu…
Lo scrivo per la precisione
Precisetten…
Dato l’estremo realismo, mi viene da pensare che tutto questo blog prenda forma da un portatile che tieni appoggiato sulle cosce nude, mentre sei seduto sulla tazza di un cesso che non è tuo ;)
Quasi. Non esattamente sulle cosce….
Ok, adesso sì che il realismo si fa estremo.
Come piace a te :)
Ah, scordavo. Avrei voluto vederti alle prese col bagno del mio appartamento da studente universitario. Chissà quali istinti letterari avrebbe scatenato in te la presenza della catena per tirare l’acqua!
I bagni degli studentati non valgono. Quelli sono un pianeta a parte. Sono della stessa specie, ma di razze completamente diverse. Le famiglie invece, le famiglie ordinate stuzzicano perversioni taciute…
GIà: parafrasando Tolstoj, ogni famiglia è perversa a suo modo.
No bé lasciamelo dire: da un post sui cessi alla letteratura russa. Sono commosso. Grande.
Merito tuo! :D
Lo sarebbe se questo fosse uno sport individuale, invece come vedi è di squadra
Spregevole. Davvero spregevole.
[parte un applauso, non si sa da dove, ma smette subito – ucciso dalla solitudine, probabilmente]
Spregevole è meraviglioso. Grazie
Certo che lo è!
Volevo ribadirlo :)
…e l’hai fatto: missione compiuta! :)
Scrivi bene, peccato che fai di tutto per mostrare uno spirito malato. Non vorrei che, come ultima mossa, non essendo più di moda la Legione Straniera, ti arruolassi volontario con quelli dell’ISIS in Siria…
(Oddio, non vorrei averti dato l’idea!!!!)
Lo farei, ma il cous cous mi fa schifo. Altre proposte?
Esaurite. Sono una persona perbene io, la mia immaginazione non riesce ad andare oltre certi limiti dettati dalla decenza. (Certo, che con la serie di sindaci che passano lì a Roma, la tua sindrome è il minimo che ti potesse capitare)
Lascia perdere… Non ti ci mettere anche tu che qui è diventata tipo Istanbul. Non sai come è difficile concentrarsi per scrivere…. E non dico bestemmie
Il concentrarsi per scrivere!!! L’hai detto, no che non dici bestemmie, non riesco a venirne fuori!
La confusione politica è così tanta che mi è arrivata in testa…
Non sei il solo
è vero che fa venire la depressiOne??
Ao se faccio venire la depressione non leggermi. Prrrr!
Aooo !!!
He…
Abellicapelliii accomodati e parlami della tua infanZia..
No bellicapelli no! Te parto de capoccia!
Come al solito allora, che noia mai una novità. .. ufffff
Domani mi vesto da donna così ti diverti
Sicuro che non ti sei vestito da donna anche oggi???? avverto il tuoSbalzo ormonale, cara…
Cara tiZ, più che far venire la depressione, dispiace perché tutto sommato è un bravo ragazzo, non credi?
Se non vedo non credo ;)
In effetti, sei saggia, non posso darti torto. Hai ragione. Da come quel signore parla, a pensarci bene, potrebbe essere un topo di appartamenti, che fa il sopraluogo e studia il colpo…
O è semplicemente uno che scrive delle amenità del mondo nella loro infinita tristezza. .. ma in realtà è un figlio dei fiori con tutti i chakra a posto ;) te lo immagini con le treccine, i jeans a zampa di elefante e la camicia a fiori ??? O.o
I chakra a posto uno che scrive così… qualche chakra l’ha da riequilibrare. Sì, sì, ne sono più che convinto.
Credo fermamente che il mondo come lo descrive la maggior parte della gente semplicemente non esista. Io non faccio altro che fotografare: se avete i chakra o i cessi di casa sporchi non è colpa mia. Io non faccio altro che riportare ciò che vedo, e se ciò che c’è da vedere attacca qualche malattia, non è colpa mia.
E non ti arrabbiare !!!
Ok, ti dò ragione. Allora però un consiglio (disinteressato, ovvio): la prossima volta che vai un qualsiasi cesso altrui (che non sia il tuo) indossa i guanti. Anzi, meglio due per mano.
Me lo segno :)
Naa non credo
Ciò che ci caratterizza come popolo creativo, così creativo da sfiorare la perversione, è il bidet: un italiano può pisciare non solo nel water, non solo nel lavandino, ma anche nel bidet, e nel momento stesso in cui si netta l’intimità. Forse solo i papi di epoche passate potevano accedere a piaceri tanto raffinati e contro natura!
Ti sei scordato pisciare nella doccia, che a mio modesto parere è uno dei massimi piaceri della vita.
E’ vero, l’ho tralasciato, ma è un piacere, pur immenso, che condividiamo con il mondo intero e non ci distingue a livello antropologico
Hai ragione. Ma proprio a tal riguardo, ho una curiosità di quelle che dici “poi controllo” ma è una cazzata e quindi appena finita di dirla già l’hai scordata: perché ha un nome francese se i francesi non ce l’hanno?
Secondo me è parte dell’essere geniale del bidet. Ha un nome francese, ma è italiano. Serve per pulirsi, ma ci pisci dentro. Capisci?
Cazzo mi hai aperto un mondo…
Questo mondo è tutto nelle nostre origini. Discendiamo da Leonardo da Vinci e possiamo orinare ovunque e la fantasia suggerisca – non dimentichiamo questo patrimonio unico nell’universo!
Leonardo ha fatto due quadri e poi ha passato il tempo a progettare armi per i borghesi del tempo. Adesso la questione storica è: come ha influito l’invenzione della catapulta a brugola con lo sviluppo del bidet?
Beh la coppa della catapulta non assomiglia terribilmente ad un bidet? Qualcuno avrà iniziato ad orinarvi dentro per estro creativo e a quel punto il genio ha la visione: basta togliere alla catapulta tutto ciò che non serve per trasformarla da patetico gioco di guerra a sublime seggio del piacere.
Togliere è assai più che aggiungere!
Hai ragione pure stavolta. In fondo cosa è il genio? “È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”.
E pisciare dove nessuno l’ha mai fatto prima
Stai pensando anche tu alla Luna?
Mi chiedo: come sarebbe pisciare in un bidet sulla luna? Che succederebbe con una così scarsa gravità?
E tante altre cose inenarrabili.
Lo so io cosa succede. Spesso la gente che ho intorno: nella metro, a lavoro, mentre cammino per strada o bevo in un pub o ascolto un concerto. Non ti sembrano gocce di urina galleggianti nell’aria?
Mi sembrano uroliti, concrezioni complesse e problematiche. L’urina è qualcosa di molto più puro e giocondo
Anche io faccio così, una volta chiuso in bagno d’altri apro gli armadietti e curioso in giro non visto. Non per igienismo ma per curiosità antropologica. Poi se devo anche andare di corpo lo faccio leggendo i componenti del dentifricio oppure della crema viso. Anche io mi asciugo le mani con l’accappatoio, mio però, a casa d’altri li evito, questo sì, per igienismo.
Ma no! E’ qui l’errore: se non ti prendi le malattie veneree degli altri ti manca una parte fondamentale dello studio antropologico. Ti devo spiegare proprio tutto…
Hai ragione, ma è che non voglio essere io a infettare gli altri.
E perché no? Sono pieno di frustrazioni, qualcuno deve pagare :D
madiosantoquantomimancavanopostcomequesti!!! era un bel po’ che non ne partorivi, caro.
(tutto bene? a inizio ottobre sono dalle tue parti per uno spettacolo teatrale, sai? che dici, vieni a vedere cosa combiniamo con quel teatraccio che facciamo?)
Ma certo che ci vengo!!!! Anzi sappi che se non ti fai vivo mi offendo! Dormi da me? Che zona?
siamo tutti e 4 da amici del teatro, credo (ma non sono sicuro) zona centocelle. ti aspetto allo spettacolo!
Mi sta pure vicino casa :D Tienimi aggiornato :)
ok!
Sul fatto che il bagno racconti molto dei suoi padroni hai ragione.. Su tutto il resto.. lieta di non averti mai tra i miei ospiti! :D
Da quando ho scritto questo post ho dimezzato la mia già scarsa vita sociale
..e chiediti il perchè.. ;)
Meglio di no :D
Non l’ho letto frate’, diciamo che l’ho sbirciato, usando la lettura veloce…cmq sappi che io il tuo bagno l’ho visto, punto :-D
Quello sarebbe il minimo. Hai visto il forno.
Ah no no… albucci …grazie a dio o qlk del genere.. cmq sei vivo (prego!) mi fa piacere! A quando uno spritz che poi miriversi in macchina????
Ho riversato spritz nella auto di mezza Roma. Tu che modello di auto saresti?
Nel 1996 i Powerillusi hanno inciso una canzone intitolata “Il bagno degli altri” nel loro secondo album “Qualcuno ci spieghi il jazz” che racconta le stesse cose, compreso l’asciugarsi le mani sull’accappatoio.
Se non glielo dici forse non mi denunciano. Grazie
Ah ah ma io sono uno dei Powerillusi…!